La Storia
BREVE STORIA DELLA SCUOLA D’ARTE DI CHIAVARI, DAL 1820 AL 2020 (DALLA SCUOLA DI ORNATO E ARCHITETTURA AL LICEO ARTISTICO LUZZATI)
Nell'anno scolastico 2010-2011, l’ “ISTITUTO STATALE D’ARTE DI CHIAVARI” viene trasformato, in applicazione della riforma ministeriale della scuola secondaria superiore del marzo 2010, in un nuovo istituto scolastico, il “LICEO ARTISTICO STATALE EMANUELE LUZZATI” (a memoria del grande scenografo genovese scomparso pochi anni prima, nel 2007). La riforma prevedeva la scelta di sei possibili indirizzi (arti figurative, architettura e ambiente, design, grafica, audiovisivo e multimediale, scenografia) in sostituzione dei corsi (arredamento e architettura, decorazione pittorica, arte del tessuto, arte dell’oreficeria, disegno industriale, rilievo e catalogazione dei beni culturali) attivati in precedenza dall’Istituto d’Arte di Chiavari (istituito già nel 1967). Nell’anno scolastico 2012/2013 sono stati aperti quattro corsi liceali, grazie soprattutto alle risorse finanziarie disponibili e strutturali e ad una scelta attenta: arti figurative, architettura e ambiente, design, scenografia, corsi tuttora presenti nell'attuale offerta formativa del "LICEO LUZZATI". I nuovi indirizzi di studio, che devono essere scelti dagli allievi alla fine del primo biennio comune (ad esso seguiranno altri tre anni di liceo), hanno un’impostazione teorica (comprendente discipline come lingua italiana, inglese, filosofia, chimica, storia dell’arte, ecc.), senza per questo discostarsi da esperienze didattiche interdisciplinari, grafiche e di laboratorio, caratterizzanti la scuola d’arte chiavarese fin dalle sue origini.
A Chiavari, infatti, l'Istituto d'Arte era nato dall’antica "SCUOLA DI ORNATO E ARCHITETTURA", fondata nel 1820 su iniziativa della SOCIETÀ ECONOMICA CHIAVARESE (sorta nel 1791, in ambito illuminista, per “vitam exoluere per artes”), cui venne annessa nel 1856 la Scuola Tecnica, mentre nel 1871 la nuova “SCUOLA PROFESSIONALE DI ARTI E MESTIERI” sostituì le due precedenti. Nel corso dei due secoli ormai trascorsi, la scuola ha subito molti cambiamenti, trasformazioni ed evoluzioni, ma il punto di partenza può essere ancora individuato in un'idea di base: quella dell’integrazione della teoria con la pratica, del connubio fra arti e mestieri, del dialogo culturale fra il lavoro dell’artista e quello dell’artigiano. Questa idea, va riconosciuto, è anche alla base del “BAUHAUS”, la celebre scuola d’arte tedesca fondata nel 1919 da Walter Gropius, il grande architetto razionalista: come diceva lo stesso Gropius “l’artista è un artigiano ispirato”, come a voler sottolineare che tutte le forme d’arte, dall’architettura alla scultura, dalla pittura al design, dalla ceramica all’intaglio del legno, dalla lavorazione dei tessuti a quella del vetro, ecc., devono costantemente dialogare tra loro, coesistere, fondersi insieme, e non, come spesso è accaduto nella storia dell’arte, viaggiare separati, su binari paralleli.
Senza mai rinnegare l’iniziale carattere artigianale della scuola d’arte chiavarese, in seguito si sono consolidate altre importanti esperienze scolastiche e culturali fino alla trasformazione del nucleo originario del 1820, la "SCUOLA DI ORNATO E ARCHITETTURA", in “ISTITUTO STATALE D'ARTE”, nel 1967. Dall'anno scolastico 1970/71, l'aggiunta del biennio sperimentale finale ha segnato il definitivo aggiornamento didattico dell'Istituto. Fin dalle sue origini di scuola d'arte artigianale e professionale, con tutte le sue trasformazioni fino all’attuale “LICEO LUZZATI”, la nostra scuola ha partecipato in modo attivo alla vita culturale e artistica, non solo in ambito locale e regionale, ma anche in ambito nazionale ed internazionale (moltissimi sono stati i progetti, i concorsi, le pubblicazioni, le mostre, le collaborazioni con enti esterni, con i comuni, ecc.), mantenendo anche stretti rapporti culturali con ex-allievi che hanno continuato ad operare nel campo artistico. Presso la scuola, nel corso dei decenni, si sono formati artisti di rilievo, come ad esempio gli scultori Brizzolara, Falcone e Castagnino, in seguito i pittori Rambaldi, Rodocanachi e Job, solo per fare qualche sporadico nome, e sempre sotto la guida di docenti e artisti di chiara fama.
Tra i docenti insegnanti vale la pena citare almeno i pittori De Laurentis, Ugolini …
Ma torniamo alle origini, il 1820. La produzione artigianale, industriale e commerciale di Chiavari e dintorni ha una storia antica, che affonda nell’animo di persone dal carattere schietto e misurato, pronte a inventarsi un modo di vivere (e di sopravvivenza) utilizzando e valorizzando ciò di cui dispongono: l’ardesia, le olive, il legno … Nel primo ‘800, l’artigianato artistico era ben presente nel territorio chiavarese: basti pensare infatti alla celebre “CHIAVARINA”, o “campanina” sedia progettata attorno al 1807-1808 dal mobiliere chiavarese G.G. Descalzi, sedia fin dall’inizio molto apprezzata sia in Italia sia all'estero (ad esempio ottenne grandi riconoscimenti all'Esposizione Universale di Londra del 1851). Quindi divennero protagoniste di rilievo la produzione dell’ebanisteria e, in particolare, proprio l’arte delle chiavarine; il successo ebbe carattere internazionale fin dall’inizio. Il territorio chiavarese e del suo circondario si distingueva per l’intenso sviluppo artigianale presente anche in altri settori: l’estrazione e la lavorazione dell’ardesia nelle zone di Lavagna e della Fontanabuona, fin dall’antichità; i velluti di Zoagli, realizzati fin dal medioevo; le sete e i damaschi di Lorsica, eseguiti dal XV sec.; l’arte del macramè presente a Chiavari fin dal XIV sec.; i merletti al tombolo fin dal XVI sec. (a Rapallo esiste un Museo del Merletto); i corzetti stampati in legno, pero, acero, prodotti dall’età rinascimentale, ecc. Artigiani e veri e propri artisti non mancavano. Furono gli stessi artigiani, “artieri”, dell’epoca (tardo periodo neoclassico e illuminista) a sentire la necessità di una scuola di disegno che li preparasse, che li formasse sul piano scolastico, artigianale e lavorativo: nel dicembre 1820 nella città di Chiavari venne così aperta la “SCUOLA DI ORNATO E ARCHITETTURA”. I primi locali della scuola ebbero sede presso l’ex Oratorio della Madonna della Neve, attuale ex Oratorio dei Filippini. Parecchi anni dopo, la sede della scuola si spostò presso l’ex Convento di S. Francesco (sconsacrato nel periodo napoleonico, attualmente Auditorium cittadino, luogo di manifestazioni) con ingresso in via Entella, poi, nel 1898 la sede venne collocata in via Delpino, al piano terra di un bell’edificio (e, come si racconta, le aule venivano illuminate con il gas e non più con lampade a petrolio!), quindi, dagli anni Cinquanta del nuovo secolo, le aule della scuola furono ospitate presso altre sedi cittadine (in piazza Nostra Signora dell’Orto, ecc.); infine, la scuola (divenuta ormai “ISTITUTO STATALE D’ARTE”), trovò la sua sede definitiva nel 1980 in via Ghio 14 in una costruzione moderna … a pochi passi di distanza dalla prima storica sede, l’Oratorio della Madonna della Neve!
La scuola del 1820 era gratuita e offriva l’opportunità, grazie alla Società Economica che la sosteneva, di esporre nelle annuali esposizioni di arti e manifatture, i lavori degli studenti più meritevoli, con possibilità di vendita, di riconoscimenti e di premi. Gli “Atti della Società Economica” documentano, anno dopo anno, le premiazioni sempre attente e scrupolose; talvolta non veniva aggiudicato nessun premio. Ma cosa si insegnava in questa scuola? Le documentazioni più antiche sono andate perdute, ma, ad esempio, i Libri dei Verbali scolastici dell’ottobre del 1871 (che il Fondo Antico del Liceo conserva ancora nella sua ricca biblioteca), attestano che, oltre all’insegnamento delle discipline grafiche e pratiche, vengono introdotte discipline di cultura generale come le lettere, la storia, la geografia, la matematica e la chimica. Riguardo alla storia dell’arte, invece, bisogna attendere tempi diversi, il 1951: essa infatti è una disciplina giovane, improntata a metodologie novecentesche. Nello stesso anno, il 1951, si assiste ad una riorganizzazione della scuola (il corso diurno un po’ alla volta sostituirà quello serale preesistente) e della programmazione didattica.
Ma, per tornare all’Ottocento, sappiamo che nel 1872 gli studenti che frequentavano i corsi diurni erano 24, mentre quelli che frequentavano i corsi serali (destinati a studenti-lavoratori) erano 34.
Nel 1881, la scuola si trasformò in “SCUOLA SERALE E DOMENICALE D’ARTE E MESTIERI”, mentre nel 1898 divenne “SCUOLA D’ARTE APPLICATA ALL’INDUSTRIA”, quindi nel 1910 divenne “REGIA SCUOLA DI DISEGNO E PLASTICA APPLICATA ALLE ARTI”, poi nel 1922 si trasformò nella “REGIA SCUOLA DI DISEGNO PROFESSIONALE DI CHIAVARI”, nel 1967 “ISTITUTO STATALE D’ARTE DI CHIAVARI” e, infine, con la riforma del 2010, “LICEO ARTISTICO STATALE LUZZATI”.
Curiosando tra le carte e i documenti, scopriamo che a fine ‘800 gli studenti sono 91, mentre nell’anno scolastico 1910/11, gli studenti iscritti sono 51, dai 12 ai 30 anni; quasi tutti svolgono un mestiere, quello dell’intagliatore, del pittore decoratore, del fabbro ferraio, del marmista, del fotografo, ecc. Gli studenti partecipano anche a mostre di carattere internazionale, come l’Esposizione di Torino del 1911, ottenendo apprezzamenti e riconoscimenti di rilievo. Trascorsi i tempi difficili della Grande Guerra (alcuni studenti non fanno più ritorno dal fronte), dal 1915/16 la scuola apre le porte anche alle donne. Le vicende della scuola, che giungono fino a tempi più recenti (ma qui è impossibile ricordare tutto) sono davvero interessanti perché si intrecciano con la vita culturale, sociale, storica, economica, del territorio, e non solo.
A conclusione di questa brevissima storia della scuola, vogliamo almeno ricordare la bella e ricca mostra tenutasi nel 1998, nell’aula magna dell’istituto, in occasione del Centenario del riconoscimento della scuola (“SCUOLA D’ARTE APPLICATA ALL’INDUSTRIA”). In quell’occasione vennero esposte le opere di molti studenti, ex studenti, docenti, ex docenti, artigiani ed artisti che, nel corso del tempo, “sono passati” per la scuola d’arte … la mostra si accompagnava con un interessante catalogo illustrato (“Dall’arte all’arte -artisti nella scuola dal secolo scorso ai giorni nostri”). Ma, soprattutto, l’esposizione permise a molti di ritrovare il senso di quella scuola, la sua anima più antica, fondata proprio, come si diceva prima,sulla ricerca dell’unità delle arti, sul dialogo tra le differenti forme d’arte. Anche se gli istituti d’arte, con la loro peculiare attività didattica e laboratoriale (lavorazione del legno, della ceramica, stampa su tessuti, oreficeria, ecc.) sono stati cancellati dalla riforma ministeriale del 2010, qualcosa di essi forse è giunto fino a noi.
Ottobre 2019, P.A. Lattarulo